Giuria popolare: come diventare giudice e quanto si guadagna

di Marta
Giuria popolare

Ogni Corte d’assise e ogni Corte d’assise d’appello è formata da due liste: una è quella dei giudici popolari ordinari e una è quella dei giudici popolari supplenti e insieme formano la Giuria popolare.

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Ma come si entra a far parte di questa giuria? È un compito retribuito? E a quanto ammontano i compensi?

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Come diventare giudice popolare: chi può fare domanda

Il giudice popolare può essere un qualsiasi cittadino italiano che abbia dai 30 ai 65 anni: non viene contattato chiunque rientri in questa fascia di età, bensì chi ha provveduto a consegnare la propria iscrizione al Sindaco del comune in cui risiede perché in possesso di determinati requisiti.

I requisiti per far parte di una giuria popolare in Italia, oltre all’età anagrafica, sono i seguenti:

  • cittadinanza italiana e godimento dei diritti civili e politici
  • buona condotta morale
  • un titolo di studio minimo, rispettivamente la scuola media di primo grado per la Corte d’assise e la scuola media di secondo grado per la Corte d’assise d’appello

Oltre a chi non rispetta i requisiti non possono iscriversi neanche magistrati, funzionari in servizio all’ordine giudiziario, appartenenti alle forze armate e i membri di culto e religiosi.

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Giuria popolare: come funziona

Ma come funziona la giuria popolare? Negli anni dispari sono proprio i sindaci ad invitare le persone idonee a fornire la propria candidatura a proporre l’iscrizione nell’elenco integrativo dei giudici popolari.

Una volta raccolti i nominativi, il sindaco li trasmette al presidente del tribunale competente per il territorio in cui un’apposita commissione compone gli elenchi definitivi che sono poi affissi all’albo pretorio del proprio comune di residenza (reclami entro 15 giorni dall’affissione).

Passato questo periodo vengono formati gli albi definitivi dei giudici popolari di corte d’assise e dei giudici popolari di corte d’assise d’appello secondo l’ordine alfabetico e con numerazione progressiva.

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Per la scelta dei giudici si procede all’estrazione dei nominativi contenuti in un’urna durante la pubblica udienza, e allo stesso modo si procede per l’individuazione dei giudici popolari supplenti.

Ogni tre mesi la Corte d’Assise e la Corte d’Assise d’Appello estraggono 50 nominativi che vedrà di persona durante un appuntamento che verrà fissato entro 5 giorni dall’estrazione; è possibile essere convocati anche oralmente tramite agenti della forza pubblica.

La nomina dura almeno tre mesi e l’incarico non può terminare prima della fine del processo, ma chi ha già prestato servizio non eserciterà più per il resto del biennio.

Questa carica è obbligatoria, se ci fossero impedimenti bisogna segnalarlo subito perché chi non si presenta è condannato al pagamento di una somma da 2,58 a 15,49 euro più le spese dell’eventuale sospensione o del rinvio del dibattimento.

L’esonero dal servizio è possibile presentando un certificato medico ASL e solo prima o durante la seduta di comparizione per il giuramento.

Qual è la retribuzione di un giudice popolare?

Come riportato sul sito del Ministero della Giustizia, per i giudici popolari la retribuzione è corrisposta secondo quanto stabilito per legge e un rimborso per spese di viaggio se l’Ufficio è prestato fuori del comune di residenza.

Attualmente ai giudici popolari spetta un rimborso di euro 25,82 per ogni giorno di effettivo esercizio della funzione. Per i lavoratori autonomi o lavoratori dipendenti senza diritto alla retribuzione nei giorni in cui esercitano la loro funzione, il rimborso è di euro 51,65 per le prime 50 sedute e di euro 56,81 per le udienze successive.

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